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"Ciò che il cuore conosce ogni,
la testa comprenderà domani."
(Seneca)
#video tecnologia
Basta pulire i vetri a mano! Basta salire sulla scala! Lo attacchi al vetro e ci pensa lui. E soprattutto lo fa molto meglio di me! A IFA 2025 Karcher ha mostrato i suoi ro...
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⌚ Durata: 02:23
🗣 Autore: DDay.it - Digital Day
📅 Data: 09.09.2025
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TEMPIO DEL PENSIERO 💫
"Non preoccuparti per la valigia. Non chiedere il prezzo del biglietto. Non chiedere la destinazione. L’importante è partire."
(Luciano De Crescenzo)
"A volte non abbiamo bisogno di
qualcuno che ci aggiusti.
A volte abbiamo solo bisogno di
qualcuno che ci ami mentre
ripariamo noi stessi "
(Julio Cortázar)
#video
Se porti la torta da casa paghi di più!
https://www.facebook.com/Avv.GiuseppeDiPalo/videos/632488673145244/
Per dieci anni, lei aveva un’idea ben chiara: risparmiare.
Comprò un salvadanaio enorme e decise di riempirlo poco a poco.
Si negò tanti piccoli sfizi: niente gelati, niente patatine, niente birre.
Camminava invece di pagare il trasporto.
Rinunciava a comprarsi vestiti o scarpe belle… tutto pur di mettere da parte ogni singolo peso possibile.
Passò dieci anni così.
E quando finalmente sentì che era arrivato il momento… ruppe il salvadanaio.
Era emozionata… credeva di aver messo da parte quasi centomila pesos.
Ma appena lo aprì, le cadde il mondo addosso.
Le formiche si erano mangiate quasi tutto.
Dieci anni di sforzi… e non era rimasto altro che il guscio.
E sai una cosa?
Questo succede più spesso di quanto pensiamo.
A volte rimandiamo così tanto le cose che, quando finalmente decidiamo di cominciare… è troppo tardi.
Perdiamo tempo prezioso aspettando “il momento perfetto”, lasciando scappare opportunità, senza investire in ciò che potrebbe davvero cambiare il nostro presente.
Non si tratta di buttare i soldi, ma di capire che il tempo non torna indietro.
E che se oggi puoi seminare, imparare o fare un passo avanti… non rimandare.
Fallo adesso.
Perché forse domani… non ci sarà più un treno da prendere.
"L'unica regola del
viaggio è:
non tornare come sei
partito.
Torna diverso "
(Anne Carson)
Per volare all’interno dei Paesi europei non serve più il documento
Gli italiani per volare all’interno dell’area Schengen non avranno più bisogno del documento, ma basterà la carta d’imbarco. È la decisione annunciata dall’Ente nazionale per l’aviazione civile, dopo l’approvazione del ministero dell’Interno. Prima di essere approvata, la misura è stata testata in alcuni voli. Essa è pensata per ridurre i tempi di imbarco in un sistema che, come precisato dal presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, risulta già parecchio controllato: «Gli aeroporti sono luoghi protetti, è il momento di equiparare i viaggi in aereo a quelli in treno». Restano controlli a campione e su tratte a rischio immigrazione.
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TI INFLUENZANO SENZA CHE TU TE NE ACCORGA
Oggi ti rivelo 5 strategie di manipolazione mentale che vengono applicate ogni giorno, spesso senza che ce ne rendiamo conto.
Non sono semplici teorie, ma strumenti concreti usati per plasmare ciò che pensi, senti e scegli.
🔁 Ripetizione mirata
😱 Stimolo emotivo
👥 Illusione del consenso
📡 Sovraccarico informativo
🧩 Demonizzazione del dissenso
Se non le conosci, reagisci automaticamente. Ma quando ne prendi coscienza, puoi cominciare a liberarti.
⚡ La consapevolezza è il primo passo verso la libertà.
/channel/NoDigitalMan
"Che magnifiche scale verso il cielo sa fare, luglio, con quelle sue mani azzurre e leggere."
(Fabrizio Caramagna)
Giornata Mondiale Dell'Elettrosensibilità 2021 - Benvenuti su Oltre la MCS!
https://www.oltrelamcs.org/2021/06/10/giornata-mondiale-dell-elettrosensibilit%C3%A0-2021/
"E mi piace pensare che un soffio di vento all'improvviso
sia la carezza di chi
non è più accanto a noi."
(S. Takdeer)
Quando bastano due parole o una banalità come una sigaretta negata per trasformare una normale mattina in un incubo
Come psicologa forense e criminologa, osservo da anni che talvolta non serve una mente criminale raffinata, ma solo una mente ferita, fragile, instabile — e priva di supporto — per scatenare una tragedia.
L’episodio di Bassano del Grappa, dove un professore di 62 anni è stato aggredito e accoltellato alle spalle, dopo aver rifiutato una sigaretta, è l’ultimo, drammatico esempio di quanto sia pericoloso sottovalutare certi soggetti.
È facile liquidare il gesto come “follia isolata”, ma la rilettura clinico-criminologica ci obbliga a guardare oltre: un uomo italiano di 33 anni, disadattato, con disturbi potenzialmente psichiatrici, già noto alle autorità, è stato in grado di pianificare — anche se in modo impulsivo — un’aggressione potenzialmente mortale. E tutto per un rifiuto insignificante.
Ecco perché è fondamentale:
-Intervenire precocemente, non solo quando la situazione diventa critica.
-Non confondere disturbo mentale e pericolosità, ma riconoscere che la prima può trasformarsi nella seconda — se non affrontata adeguatamente.
-Potenziamento della sorveglianza sociale e sanitaria, unendo forze dell’ordine, servizi psichiatrici e comunità per identificare i segnali di rischio.
Il caso è stato risolto solo grazie alla collaborazione di un tassista e al coordinamento tra polizia locale e carabinieri.
La verità è che una patologia psichiatrica, se non gestita in maniera adeguata, non è solo un dramma individuale perché diventa un rischio concreto per l’intera collettività. Ignorarlo significa esporre ogni cittadino a una minaccia imprevedibile.
Non serve essere “indulgenti”, ma dobbiamo essere lungimiranti, protettivi, responsabili e mettere in campo soluzioni concrete.
Se questo episodio ci insegna qualcosa, è che lasciare solo un uomo in crisi significa esporre chiunque a un rischio imprevedibile e devastante.
Per questo occorre ripensare radicalmente le modalità di intervento: la presa in carico di questi soggetti non può restare facoltativa o lasciata al caso.
La cura psichiatrica deve diventare obbligatoria per soggetti che rientrano in questa categoria, in forme strutturate e continuative, proprio per evitare che la fragilità psichica si traduca in violenza incontrollata e tragedie annunciate.
«Non lascio mai la mia Ferrari ferma in garage, preferisco viverla ogni giorno, anche nelle piccole cose. »
Dal Giappone arriva il racconto di un proprietario che, dal luglio 2011, ha portato la sua Ferrari 458 Italia a superare la soglia dei 400. 000 chilometri. Invece di trattarla come una reliquia da esporre, l’ha usata per andare ovunque: nel traffico, sotto la pioggia, in mezzo ai problemi quotidiani, affrontando anche incidenti e imprevisti.
La sua Ferrari rossa è diventata parte della sua routine, non solo uno status symbol, ma una compagna di ogni giorno. Ha documentato tutto sul suo canale YouTube, mostrando non solo i viaggi, ma anche i momenti difficili: come quando nel 2023 il motore ha ceduto e ha deciso di sostituirlo, scegliendo di continuare a guidare con lo stesso entusiasmo di sempre.
Gli ostacoli non sono mancati. Nel 2017 la vettura è stata coinvolta in due incidenti, uno dei quali ha richiesto mesi di confronto con l’assicurazione. Anche dopo questi episodi, la sua passione non è cambiata. Sul suo canale, oltre alle sue avventure, condivide consigli pratici sulla manutenzione e invita spesso curiosi e passanti a salire a bordo, per far provare anche ad altri cosa significa sedersi dentro una Ferrari.
Oggi la carrozzeria mostra i segni del tempo e il valore di mercato non sarà più quello di una 458 “da collezione”, ma lui ha collezionato qualcosa di diverso: esperienze, incontri e storie da raccontare. E non sembra intenzionato a fermarsi.
#Ferrari458Italia #Ferrari #Japan
Cosa fare in caso di violazione dell’account Telegram
Ti spieghiamo come capire se un truffatore ha ottenuto l’accesso al tuo account Telegram e cosa fare a riguardo. La violazione dell’account in Telegram è diventata una seria attività criminale nel mondo odierno. I truffatori utilizzano metodi sofisticati per rubare l’accesso agli account per poi utilizzarli per sferrare attacchi ai danni di altri utenti tramite deepfake, social engineering e altre tecniche. Ecco come funziona in genere: in seguito al furto di un account, i truffatori inviano messaggi di phishing a tutti i suoi contatti, del tipo: esempio “Salve, ho urgente bisogno di soldi. Puoi aiutarmi?”, Vota per me se hai un momento o Hai ricevuto un regalo, un abbonamento di un anno a Telegram Premium, per violare ancora più account.
L’intervista raccolta da Giusi Fasano a una delle vittime mette in luce un aspetto che non può e non deve essere minimizzato.
Ciò che è accaduto sulla pagina Facebook “Mia moglie” non è “gioco”, non è leggerezza, non è un errore da derubricare a goliardia. È una forma di violenza vera e propria, che si consuma attraverso la violazione della fiducia, dell’intimità, della dignità personale.
Quando un uomo decide di esporre l’immagine della propria compagna – senza consenso – a un gruppo pubblico, compie un atto che rientra pienamente nelle dinamiche della violenza di genere:
• Oggettivazione della donna, ridotta a “merce da esibire” per compiacere sguardi estranei.
• Tradimento relazionale, che mina il legame fiduciario ed emotivo della coppia.
• Violenza psicologica, perché obbliga la vittima a fare i conti con la propria esposizione forzata e con il senso di vergogna e di umiliazione che ne deriva.
Il fatto assume una gravità ulteriore perché la donna intervistata non solo aveva già alle spalle un vissuto di violenza domestica, ma aveva trovato proprio in quell’uomo – il marito – un sostegno nella fase di rinascita.
L’atto di pubblicarla a sua insaputa non è quindi solo una trasgressione, ma un’autentica ri-vittimizzazione, una coltellata simbolica che riapre ferite profonde e annulla il percorso di fiducia e ricostruzione faticosamente intrapreso.
La risposta del marito – “stavo solo giocando” – è emblematica di un atteggiamento manipolatorio e minimizzante, tipico di chi non vuole assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Non si tratta di “gioco”: è l’abuso della persona amata come strumento di gratificazione narcisistica, è l’uso dell’intimità coniugale trasformata in spettacolo pubblico.
Questa vicenda si inserisce in un fenomeno più ampio e devastante ossia la normalizzazione della violenza digitale, che attraverso social e gruppi “apparentemente innocui” riproduce e amplifica logiche patriarcali di possesso, controllo e mercificazione del corpo femminile.
La pagina “Mia moglie” – ora chiusa – ha rappresentato un contesto di complicità collettiva, in cui il consenso implicito della comunità virtuale ha legittimato pratiche intrinsecamente violente e degradanti.
L’elemento forse più drammatico è che la donna stessa, oggi impegnata come attivista e consulente per aiutare altre vittime di violenza, si è ritrovata a dover affrontare nuovamente sulla propria pelle la brutalità di una dinamica che conosce fin troppo bene. Una doppia violenza, sia sul piano personale che simbolico.
Questa storia dimostra ancora una volta che la violenza non ha sempre il volto dello schiaffo o della minaccia esplicita. Può manifestarsi in forme subdole, “digitali”, invisibili a prima vista ma devastanti negli effetti: perché colpiscono l’identità, l’autostima, la percezione di sé, il valore della propria immagine e del proprio corpo.
E per questo va chiamata con il suo vero nome: violenza di genere. Non “leggerezza”, non “gioco”, non “scherzo”.
Quello che è accaduto non è un episodio isolato né tantomeno un gioco innocente: è l’ennesima conferma di quanto la violenza possa assumere forme sottili, invisibili e socialmente tollerate. In realtà, siamo davanti a un atto di annientamento dell’identità e di profanazione dell’intimità, che colpisce nel punto più vulnerabile: la fiducia.
Quando una donna viene esposta come un oggetto, senza consenso, viene privata della sua dignità e ridotta a spettacolo per gli altri. È una forma di violenza che lacera dentro più di uno schiaffo, perché non lascia lividi sulla pelle ma incide fratture profonde nell’anima.
Ecco la verità: non esistono attenuanti, non esistono “giochi innocenti”. Ciò che è accaduto ha il nome preciso e inequivocabile di violenza di genere. E finché continueremo a non chiamarla per quello che è, continueremo a permettere che si ripeta, ancora e ancora, sulle vite e sui corpi delle donne.
📝 Roberta Bruzzone
"Non ti amo né con il cuore né con la mente...
Il cuore può fermarsi, la mente può dimenticare.
Ti amo con la mia Anima.
L'Anima non si ferma mai né dimentica."
(Rumi)
Come se una tragedia non bastasse.
Un’altra buca profonda almeno un metro sulla spiaggia a Montalto di Castro, dopo quella in cui ha trovato la morte un ragazzo di 17 anni, Riccardo Boni. I bagnini di Life Guard, esperti di primo soccorso e salvataggio in mare, domenica pomeriggio nel corso di un giro di controllo sulle spiagge di Montalto hanno sorpreso un ragazzino che stava dentro una buca profonda più di un metro, scavata nella sabbia della spiaggia libera chiamata “il Piazzalone”.
Il ragazzino era completamente dentro la buca con tutto il corpo, anche la testa: in caso di un’onda sarebbe stato sommerso dalla sabbia. I bagnini di Life Guard lo hanno sorpreso infilato nella buca: intorno al ragazzo c’erano i familiari e che ridevano e sembravano divertiti della scena. Gli addetti chiesto ai familiari di fare uscire il ragazzo e coprire la buca. Dopo sono intervenuti anche gli agenti di polizia locale. “Scavare buche nella sabbia non è un reato ma è un gesto che potrebbe rivelarsi molto pericolosa”, spiega Cristian Di Santo, presidente di Life Guard i cui bagnini controllano la spiaggia libera di Montalto.
“C’era anche il rischio che la buca rimanesse aperta anche di sera e sarebbe stata ancora più pericolosa perché non visibile al buio. Tutto questo è molto pericoloso perché il peso della sabbia, se si viene sommersi, può bloccare anche un ragazzo”, ha concluso Di Santo.
Il pensiero corre alla tragedia del 10 luglio in cui ha perso la vita Riccardo Boni sulla spiaggia all’altezza del camping California di Montalto di Castro, poco lontano dalla spiaggia libera del “Piazzalone”. Riccardo Boni, fisico atletico e 1,70 metri di altezza, era in vacanza con la famiglia al mare e aveva iniziato a scavare dalla mattina per realizzare un tunnel per i suoi fratellini. All’improvviso le pareti sabbiose della voragine hanno ceduto, seppellendolo completamente. È successo tutto all’improvviso, Riccardo non ha avuto neanche il tempo di gridare aiuto. “Quello delle buche è un problema a cui stiamo dando molta attenzione – conclude Cristian Di Santo - purtroppo non ci si rende conto e non tutti sono informati della pericolosità. Bisogna non farle o al massimo scavarle fino alle ginocchia di un bambino, e sempre con una adulto presente nei paraggi”.
https://www.facebook.com/100064733616892/posts/pfbid0vHVH6qM3Za6fJWMbfbtoExMRiw7yw1oE5HMqLifem8tpRnF5GxB5we9HRthi75Vcl/
“Il momento presente è il solo momento di cui disponiamo, è la porta di ogni momento.”
(Thich Nhat Hanh )
“La felicità è una scelta quotidiana.
Non la trovi in assenza di problemi.
La trovi nonostante i problemi."
(Stephen Littleword)
"Chi perde il bambino che ha dentro di sé, lo rimpiangerà per il resto della vita. "
(Pablo Neruda)
📷Edouard Boubat
😔 Se mangi per noia, tristezza o ansia, NESSUNA DIETA AL MONDO FUNZIONERÀ.
La fame emotiva nasce dalla TESTA, non dallo stomaco.
Riconoscere il trigger è il primo passo per interrompere il ciclo.
NUTRI L’EMOZIONE, NON SOFFOCARLA COL CIBO.
La Nutrizione Integrativa ha sempre messo l’aspetto EMOTIVO al centro: non puoi curare un problema della mente con una soluzione dello stomaco.
🧠 COS’È LA FAME EMOTIVA:
Quando usi il cibo come meccanismo di coping per gestire stress, solitudine, frustrazione o vuoto emotivo. Il Kinder non risolve l’ansia, la MASCHERA temporaneamente.
💡 COME RICONOSCERE I TRIGGER:
🚨 FAME FISICA: Graduale, paziente, soddisfatta da qualsiasi cibo
❤️ FAME EMOTIVA: Improvvisa, urgente, cerca cibi specifici (dolci/salati)
✅ STRATEGIE CORPOSOSTENIBILI:
🎯 PAUSA DEI 5 MINUTI: Prima di mangiare, chiediti “”Ho fame o ho bisogno di altro?””
📱 DIARIO EMOTIVO: Scrivi cosa senti PRIMA di aprire il frigo
🚶 ALTERNATIVE SANE: Camminata, doccia, chiamata a un amico
🧘 RESPIRAZIONE: 4 secondi inspiro, 8 secondi espiro
🔍 LA VERA SOLUZIONE:
Il terzo pilastro della Nutrizione Integrativa è proprio questo: gestione emotiva del rapporto con il cibo.
Non serve ELIMINARE le emozioni (impossibile), serve imparare a NUTRIRLE diversamente.
💪 IL CAMBIAMENTO PROFONDO:
Quando risolvi la fame emotiva, non solo dimagrisci: ritrovi la pace mentale, l’autostima e il controllo della tua vita.
Ti sei mai chiesto perché alcune persone non mangiano mai per stress mentre altre svuotano il frigo?
Hanno imparato strategie alternative per gestire le emozioni.
Vuoi scoprire come spezzare definitivamente il ciclo della fame emotiva?
#alimentazione #benesserepsicologico #stiledivitasano #salute #dimagrimento #fitness
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Conti bancari gratuiti: la svolta arriva nel 2026
LaVoce del popolo (RSS)
Il Parlamento croato sta discutendo della proposta di riforma che, se approvata, permetterà ai cittadini con redditi regolari – come stipendi, pensioni o indennità – di aprire e utilizzare un conto corrente gratuito. Il nuovo pacchetto normativo, promosso dal Ministero delle Finanze, dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2026 e punta a rendere i servizi bancari di base più accessibili...
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AGCOM compie un nuovo passo nella lotta ai call center
Segui @lindipendente
IL SENSO BIOLOGICO DELL' ACUFENE :
Gli acufeni, a volte noti anche come " tinniti", rappresentano la percezione di rumori o pulsazioni all' interno dell' orecchio: fischi, ronzii o sibili, spesso in assenza di una fonte esterna che li giustifichi.
Si presentano in maniera molto comune: si stima che un 10-15% della popolazione adulta ne sia colpita.
Gli acufeni possono essere improvvisi, di solito meno gravi e passeggeri, oppure cronici e continui, tendenzialmente più fastidiosi e persistenti.
I sintomi principali sono rappresentati dai rumori percepiti a livello auricolare: fischi, ronzii, tintinnii o una combinazione di questi suoni sono segnali determinanti.
Vengono spesso percepiti negli ambienti negli ambienti silenziosi e senza stimoli di distrazione, ad esempio prima di coricarsi, il che li può rendere più fastidiosi e irritanti.
Meno comunemente gli acufeni possono comportare ulteriori sintomi, fra cui vertigini, cefalee, o più comunemente ipoacusia ( riduzione uditiva).
In un numero variabile di casi, le cause scatenanti degli acufeni rimangono sconosciute, mentre secondo la visione otorinolaringoiatrica sarebbero alcuni fattori di rischio comuni come l'esposizione a rumori ad alta intensità, gli sbalzi improvvisi di pressione ( barotraumi - ad esempio in aereo), la presenza di tappi di cerume, ma anche ansia , stress prolungato e forme depressive.
Secondo la visione della medicina biologica invece , l' acufene riguarda un programma speciale biologico e sensato in relazione all'orecchio interno, che è costituito da tessuto di derivazione ectodermica ed è quindi controllato dalla corteccia cerebrale.
Corteccia cerebrale che come sappiamo oltre a gestire tutti gli organi di senso , risente in particolar modo a livello di " trauma" di tutto ciò che riguarda le dinamiche " relazionali " riguardo alle persone o a ciò che ci circonda.
Nello specifico l'acufene viene definito come un conflitto di " separazione uditiva".
È il tipico conflitto di chi non riceve mai buone parole o spiegazioni ( si sente lasciato nel silenzio dagli altri) o di chi invece si sente aggredito da troppo rumore, cattive parole o offese che non può più sopportare e dunque ascoltare.
Altro fattore importante a livello emozionale è il fatto di dover ascoltare o sentire parole invadenti e insopportabili specialmente all'interno dei propri spazi e di ciò che si considera il proprio territorio personale.
Ma attenzione l'acufene è anche il tipico conflitto uditivo di chi è totalmente incapace di ascoltare sè stesso in relazione alle proprie necessità interiori ( sono separato dalla mia voce interiore, da ciò di cui io stesso chiedo ascolto).
Nella maggior parte dei casi le due principali cause scatenanti di questa particolare attivazione biologica rimangono comunque queste : " ciò che ascolto non mi piace e non voglio più sentirlo" oppure " non riesco più a sentire le parole di chi desideravo e che tanto mi piacevano " ( in accezione di separazione e perdita di quella persona o di quelle parole ).
Tendenzialmente sibili uditivi molto gravi sono più spesso correlati alla figura del padre.
Mentre sibili più acuti sono normalmente in correlazione con il lato materno.
L' orecchio destro è correlato al non udire ciò che vorremmo sentire ( desiderio che non si realizza) per il destrimane.
Mentre l' orecchio sinistro è correlato a informazioni e parole che non vorremmo proprio mai ascoltare ( sempre per il destrimane, nel mancino si invertono specularmente i significati).
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